L’altra mattina ero a fare colazione al bar e sentivo, involontariamente il loro tono di voce era troppo alto, una ragazza al tavolino dietro al mio che cercava di convincere il suo amico a fare coming out con i suoi genitori. E lì ho iniziato ad interrogarmi. Si ha davvero la necessità a dire ai parenti del proprio orientamento sessuale? Non fraintendetemi, per me è bello quando la gente dichiara al mondo il proprio amore, sia esso etero o gay, la vedo come una sorta di libertà, ma non riesco a capire le pressioni sul coming out.
Prendiamo ad esempio un noto cantante, lo ha fatto dopo un tot di anni di popolarità in tutto il mondo, ma noi tutti già sapevamo la realtà. Avevamo davvero bisogno di quelle parole? Ora ho estremizzato, per far capire che il fatto che si sia dichiarato gay, non ha cambiato la nostra posizione nei suoi riguardi e non amiamo di meno o di più la sua musica.
Certo, essendo un personaggio pubblico, è giusto che lo abbia fatto, per far capire al mondo che non bisogna vergognarsi della propria natura e che venire allo scoperto non provoca pregiudizi sulla massa, anche se ci saranno sempre gli idioti omofobi che, non accettando loro stessi di essere omosessuali e scegliendo di vivere nella menzogna, vanno in giro a malmenare coppie gay che vivono liberamente il proprio amore.
Ma sto uscendo dal seminato, il mio interrogativo è un altro, non rivolto al mondo, ma alla piccola cerchia familiare. C’è proprio bisogno di andare davanti ai genitori e dire “sono gay”. Io non mi sono mai sognata di dire: “Mamma, papà, sono etero.” La trovo stupida come cosa. Diciamoci la verità, i nostri genitori sanno perfettamente il nostro orientamento sessuale, loro ci conoscono a fondo e coloro che sembrano ignorarlo è perché scelgono di non vedere per ignoranza. Quindi non capisco queste pressioni che uomini e donne hanno nel dover essere obbligati a fare l’annuncio in casa.
Forse sono io che sbaglio e che ho un cervello limitato da non capirlo, ma i propri genitori dovrebbero essere portatori sani dell’amore incondizionato (ovvio, ci sono sempre le eccezioni, come in tutte le cose), quindi a loro non importa che noi figli amiamo un uomo o una donna, a loro importa che amiamo, che siamo amati a nostra volta e che siamo felici. Se non si creassero queste pressioni psicologiche, non sarebbe tutto più semplice e naturale? Da qualche parte dobbiamo pur iniziare a cambiare il mondo, affinché un uomo o una donna, gay o bisex che sia, non debba essere più discriminato nella società… o i non doversi più sentire diverso/a dagli etero, no?
Vorrei sentire le vostre opinioni, di tutti… perché magari son io che sbaglio a pensarla così.
Forse hai ragione tu, ma c’è chi vive di nascosto la propria sessualità. Fare coming out dovrebbe peopeio servire per non doversi nascondere… peelomeno non quando si è con i propri familiari. In una società come la nostra, finta e tutt’altro che di mente aperta, credo che non se ne possa fare a meno, se non si vuole rischiare di incappare in tristi sorprese. Anche solo tra le pareti di casa.
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Ma infatti non dico di nascondersi, capiterà che si presenti la propria donna o il proprio uomo ai genitori, solo che non capisco il doverli “preparare” in anticipo all’evento
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Finché ci porrà il problema di fare o non fare il cosiddetto “coming out” non esisterà mai una vera e propria libertà sessuale. Nessuno dovrebbe fare un coming out, tutti dovrebbero innamorarsi e frequentare chiunque a prescindere dal sesso senza alcun problema.
Io ho dei genitori che schifano l’omosessualità, certe volte avrei voglia di informarli di certi avvenimenti che mi riguardano per il puro gusto di svegliarli. Ricorderò sempre quando mio padre saltò su dicendo “meglio una figlia suora che lesbica”.
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Hai ragione, il tuo pensiero è giusto… ma a volte ci si nasconde, come ha detto ithehunter… o altre volte la mentalità dei genitori non è poi così aperta… magari fare coming out serve a cercare un appoggio, la sicurezza di sentirsi dire quello che hai detto, che importa l’amore che renda felici… 🙂
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Penso che non ci sia nulla di male nel dover dire “genitori,sono gay” perché penso che sia una forma di chiarezza,comunicazione necessaria in famiglia; insomma ti rendo partecipe della mia vita che non è che ti porto a casa una amazzone e te ti aspettavi il principe azzurro. Sarebbe bello però parlarne senza ansie,senza preconcetti,in tranquillità,come si parla di altro…Senza la paura di essere giudicati male o visti come malati. I genitori dovrebbero amarti a prescindere ma non è così,non sempre almeno.
Il problema non è che dobbiamo ancora parlare di fare coming out, il problema secondo me è che fa ancora così tanta paura e crea tanta sofferenza quando invece dovrebbe essere una normale ” chiacchierata di aggiornamento” .
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ma allora istituiamo anche il “mamma e papà sono etero”
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In realtà si dà per scontato che sei etero per cui l’aggiornamento va fatto su quella che è un’eccezione alla regola generale….Per convenzione capito?! 🙂 Nessuno vieta di dirlo ai genitori comunque. Che poi in alcuni casi accade già; conosco genitori che erano convinti di avere un figlio gay e quello gli ha dovuto dire chiaramente “sono etero”….per cui.. 😛
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ahahah… boh, io la trovo un’umiliazione inutile
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Io trovo assurdo dover comunicare al mondo il proprio orientamento sessuale.
Anche ai propri genitori. Se un giorno un/a ragazzo/a ti porta a pranzo la persona con cui sta uscendo e questa è dello stesso sesso vuol dire che è gay, magari se i genitori sono di vedute un pochino più ristrette è meglio avvisarli tipo un paio di giorni prima, ma fare una riunione per informarli di preferire un compagno dello stesso sesso mi sembra assurdo. Soprattutto quando poi quel compagno non c’è ma è solo un’idea.
Idem per una persona famosa. Saranno affari suoi o no? Quel cantante famoso a cui ti riferivi è stato molto criticato per non averlo fatto prima. Manco se nel frattempo si fosse sposato con una ragazza ed avesse vissuto da finto etero. Ha fatto la sua vita, molto privata e per questo ha tutta la mia stima.
Mchan
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Concordo perfettamente con te
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